Gli otto passi dello Yoga (o AshtangaYoga, dal sanscrito aṣṭa = otto, anga = membra) sono stati codificati da Patanjali nei suoi Yoga Sūtra, e rappresentano un percorso progressivo verso la liberazione (moksha) e la realizzazione del Sé (Purusha). Questo sistema è tanto filosofico quanto pratico e si suddivide in 8 passi:
Yama: le cinque regole etiche universali, le linee guida sul comportamento verso il mondo esterno e comprendono:
- Ahiṃsā (non violenza): evitare ogni forma di danno, non solo fisico ma anche verbale e mentale, verso tutti gli esseri viventi. È alla base della compassione e dell’empatia.
- Satya (veridicità): dire la verità, ma anche vivere in coerenza con essa. La verità deve essere espressa con tatto e senza ferire.
- Asteya (non rubare): non appropriarsi di ciò che non ci appartiene, inclusi tempo, energie, idee. Implica rispetto e gratitudine.
- Brahmacharya (castità, moderazione): controllo delle passioni e dell’energia vitale. Tradizionalmente legata alla castità, oggi può essere intesa come uso consapevole dell’energia, evitando eccessi.
- Aparigraha (non avidità, non possessività): rinunciare all’attaccamento a beni materiali, idee o persone. Coltiva il distacco e la libertà interiore.
Niyama: sono pratiche quotidiane che riguardano l’atteggiamento verso sé stessi:
- Śauca (purezza): purezza del corpo, degli ambienti, ma anche della mente e delle emozioni. Favorisce chiarezza e ordine.
- Santoṣa (contentamento): accettazione e gratitudine per ciò che si ha. Non è rassegnazione, ma presenza e apprezzamento.
- Tapas (tenacia): forza di volontà, determinazione, capacità di affrontare il disagio per progredire. È il fuoco interiore che trasforma.
- Svādhyāya (studio): studio dei testi sacri, ma anche studio del sé, auto-osservazione e riflessione. Aiuta a conoscersi in profondità.
- Īśvara-praṇidhāna (devozione): affidarsi a qualcosa di più grande, che può essere Dio, l’Universo o la propria coscienza superiore.
Āsana: sono posizioni tramandate nei secoli, non sono obiettivi da raggiungere e nemmeno estetiche composizioni corporee da assumere. Si tratta di posizioni che favoriscono l’allineamento fisico, l’equilibrio, il flusso energetico e la meditazione poiché consentono di sviluppare una maggiore presenza mentale nel corpo. Per assumere queste posizioni fisiche, ovvero gli Asana, si deve sempre inspirare o espirare in base alle indicazioni dell’insegnante per favorire l’entrata nella posizione.
Prendo le parole di Yoga Planet e riporto la definizione che a mio avviso riflette in maniera più accurata il senso di Asana: “è un processo esperienziale in cui prendere coscienza di come arrivare nella posizione, viverla consapevolmente e percepire come essa influenza il nostro stato fisico, mentale e spirituale.”
Prāṇāyāma: tecniche di respirazione attraverso le quali è possibile controllare l’energia, la mente e il corpo fisico. In base alle tecniche utilizzate è possibile calmare la mente, energizzare il corpo, purificare i canali energetici (nadi) oppure equilibrare i principali canali energetici (Ida e Pingdala). Si utilizzano ispirazione, espirazione e kumbhaka (apnea), solitamente vengono praticate in posizione comoda, attraverso il naso (a parte rari casi) e possono coinvolgere anche l’utilizzo dei Mudra (posizioni delle mani).
Pratyāhāra: il ritiro dei sensi, il passaggio tra la pratica esterna e la meditazione interiore, aiuta a non essere dominati dai sensi e a sviluppare concentrazione e consapevolezza.
Dhāraṇā: la concentrazione. Può essere intesa come il mantenimento dell’attenzione su un mantra, sul respiro o su altri elementi per lungo tempo senza dispersioni.
Dhyāna: la meditazione, il momento in cui la mente si stabilizza e il pensiero di calma naturalmente mantenendo una presenza vigile e fluida. Porta a uno stato di osservazione pura, senza giudizio.
Samādhi: è l’ultimo passo, si sperimenta l’unità con la coscienza universale. Uno stato di silenzio interiore e libertà. È lo stato in cui si realizza la vera natura del sé, il Purusa.
Le nozioni ricevute sulle origini dello yoga sono come semi, che con estrema gentilezza possono radicarsi in profondità, germogliare, fiorire e a loro volta creare nuovi semi.
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